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Insegnami a vedere l'alba Formato Kindle
Quando a Will viene offerta la possibilità di affrontare un’operazione sperimentale che potrebbe ridargli la vista il padre, medico, cerca di dissuaderlo perché i casi di successo sono rarissimi e le ricadute psicologiche spesso pesantissime. Ma Will decide di rischiare e le conseguenze, seppur inaspettate e difficili da superare, gli rivoluzioneranno meravigliosamente la vita.
- LinguaItaliano
- EditoreGiunti
- Data di pubblicazione19 aprile 2017
- Dimensioni file1101 KB
Dettagli prodotto
- ASIN : B06Y1SNLL7
- Editore : Giunti (19 aprile 2017)
- Lingua : Italiano
- Dimensioni file : 1101 KB
- Da testo a voce : Abilitato
- Screen Reader : Supportato
- Miglioramenti tipografici : Abilitato
- Word Wise : Non abilitato
- Memo : Su Kindle Scribe
- Lunghezza stampa : 193 pagine
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 181,582 in Kindle Store (Visualizza i Top 100 nella categoria Kindle Store)
- n. 25,237 in Romanzi rosa (Kindle Store)
- n. 60,038 in Romanzi rosa (Libri)
- n. 60,046 in Letteratura e narrativa (Kindle Store)
- Recensioni dei clienti:
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La cecità è una condizione molto particolare e capire cosa vuol dire acquistare la vista per chi è cieco dalla nascita è qualcosa che non si può immaginare ma che questo libro riesce a far comprendere in maniera unica. La realtà che si crea nella mente di chi non vede e non ha mai visto è ben differente da quella di chi vede, e anche solo capire cosa siano i colori è qualcosa che va al di là dell’immaginazione di chi li ha sempre visti.
Una storia scritta veramente benissimo e che, oltre ad entrare in profondità nelle problematiche di una realtà difficile e sconosciuta, riesce anche a divertire con i suoi personaggi unici, particolari e pieni di umanità nonostante le loro “diversità”.
Da leggere assolutamente.
Il lettore è catapultato in una situazione sconosciuta: quella dei non vedenti. La bravura di Sundquist è stata proprio quella di riuscire a far percepire il mondo come viene percepito da un cieco. Le difficoltà che incontra nello svolgere anche le più banali azioni, la percezione dei suoni, delle voci, la percezione attraverso il tatto. Tutto questo per me è stato illuminante, ma ancora di più lo è stato il modo in cui l’autore è riuscito a far emergere come un cieco dalla nascita, dopo un’operazione sperimentale, vede realmente le cose nel momento in cui acquista la vista. Perché per un non vedente, non avendo mai sviluppato la corteccia visiva, qualsiasi cosa è sconosciuta, persino le forme e colori.
«Se si ascolta con attenzione, si impara che ciascun assembramento di corde vocali produce vibrazioni uditive diverse dagli altri. Le voci sono le impronte digitali del suono».
Un altro aspetto molto bello di questa storia è l’amicizia che si crea tra Will e Cecily; quest’ultima infatti lo aiuta, cercando di descrivere ciò che vede senza però utilizzare metafore o paragoni visivi. Cecily è sicuramente il personaggio che ho maggiormente apprezzato, una ragazza dolce e altruista. Ho apprezzato decisamente meno il protagonista, spesso arrogante e terribilmente viziato, mi ha davvero fatta innervosire. Questa sua caratteristica può essere anche considerata in modo positivo in quanto Sundquist non si è limitato a stereotipare il personaggio. Ci si aspetta sempre di provare tenerezza e compassione per chi è affetto da una qualsiasi disabilità, invece in questo romanzo il protagonista non vedente viene presentato a tutti gli effetti come una persona qualunque, con i suoi pregi e anche i suoi difetti che spesso danno parecchio fastidio.
La storia nel suo insieme, tolta la parte molto interessante sulla percezione dei non vedenti, non è particolarmente entusiasmante. Numerose sono le situazioni poco realistiche, e alcune parti un po’ prolisse che mi hanno annoiata. Se cercate la storia d’amore sappiate che in questo libro è davvero marginale, quindi non so se potrebbe fare per voi. È stata comunque una bella lettura, scorrevole e che si legge davvero in poco tempo; una lettura che consiglio a chi vuole conoscere qualcosa in più sulla percezione di un non vedente, che, alla fine del romanzo, Sundquist spiega in modo più approfondito grazie ad alcuni suoi studi intrapresi sull’argomento.
«La società o i media o chiunque dica che la gente dovrebbe apparire in un certo modo, e più tu ti discosti da certi standard meno bello sei. Ma, ovviamente, esiste qualcosa di più profondo che ha a che fare con l’attrazione, giusto? Qualcosa che va oltre ciò che la società sostiene essere bello o meno».

Recensito in Italia il 11 giugno 2018
Il lettore è catapultato in una situazione sconosciuta: quella dei non vedenti. La bravura di Sundquist è stata proprio quella di riuscire a far percepire il mondo come viene percepito da un cieco. Le difficoltà che incontra nello svolgere anche le più banali azioni, la percezione dei suoni, delle voci, la percezione attraverso il tatto. Tutto questo per me è stato illuminante, ma ancora di più lo è stato il modo in cui l’autore è riuscito a far emergere come un cieco dalla nascita, dopo un’operazione sperimentale, vede realmente le cose nel momento in cui acquista la vista. Perché per un non vedente, non avendo mai sviluppato la corteccia visiva, qualsiasi cosa è sconosciuta, persino le forme e colori.
«Se si ascolta con attenzione, si impara che ciascun assembramento di corde vocali produce vibrazioni uditive diverse dagli altri. Le voci sono le impronte digitali del suono».
Un altro aspetto molto bello di questa storia è l’amicizia che si crea tra Will e Cecily; quest’ultima infatti lo aiuta, cercando di descrivere ciò che vede senza però utilizzare metafore o paragoni visivi. Cecily è sicuramente il personaggio che ho maggiormente apprezzato, una ragazza dolce e altruista. Ho apprezzato decisamente meno il protagonista, spesso arrogante e terribilmente viziato, mi ha davvero fatta innervosire. Questa sua caratteristica può essere anche considerata in modo positivo in quanto Sundquist non si è limitato a stereotipare il personaggio. Ci si aspetta sempre di provare tenerezza e compassione per chi è affetto da una qualsiasi disabilità, invece in questo romanzo il protagonista non vedente viene presentato a tutti gli effetti come una persona qualunque, con i suoi pregi e anche i suoi difetti che spesso danno parecchio fastidio.
La storia nel suo insieme, tolta la parte molto interessante sulla percezione dei non vedenti, non è particolarmente entusiasmante. Numerose sono le situazioni poco realistiche, e alcune parti un po’ prolisse che mi hanno annoiata. Se cercate la storia d’amore sappiate che in questo libro è davvero marginale, quindi non so se potrebbe fare per voi. È stata comunque una bella lettura, scorrevole e che si legge davvero in poco tempo; una lettura che consiglio a chi vuole conoscere qualcosa in più sulla percezione di un non vedente, che, alla fine del romanzo, Sundquist spiega in modo più approfondito grazie ad alcuni suoi studi intrapresi sull’argomento.
«La società o i media o chiunque dica che la gente dovrebbe apparire in un certo modo, e più tu ti discosti da certi standard meno bello sei. Ma, ovviamente, esiste qualcosa di più profondo che ha a che fare con l’attrazione, giusto? Qualcosa che va oltre ciò che la società sostiene essere bello o meno».
